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Scopriamo quali tipi di concime esistono

by Luca T Ultimo aggiornamento: 07.03.21
Ultimo aggiornamento: 07.03.21

 

In commercio esistono diversi tipi di concime ma sappiate che è anche possibile farselo da soli, per esempio riutilizzando il letame e i rifiuti organici.

 

La concimazione è di grande importanza per le piante del vostro orto o del vostro giardino, queste, infatti, richiedono una serie di elementi nutritivi la cui quantità non sempre è disponibile nella terra, vuoi per caratteristiche del suolo, vuoi perché essendo gli elementi nutritivi limitati, si esauriscono dopo un tot di coltivazioni. Non a caso chi può, alterna i terreni da coltivare in modo da dargli il tempo di acquisire le sostanze da trasferire poi alle piante. 

Precisiamo che si tratta di un processo lento quello dell’arricchimento del suolo delle sostanze necessarie alla crescita delle piante, a meno che non ci sia un intervento mirato dell’uomo , appunto, con la concimazione. In caso contrario elementi quali azoto, potassio, fosforo e tutta una serie di microelementi sono il risultato della decomposizione di vegetali e animali. 

Chi coltiva, giustamente, non può attendere il compiersi di questo lungo processo, dunque la soluzione più pratica e veloce è comprare del buon concime venduto online oppure farselo da solo. Nel nostro articolo ci occuperemo dei tipi di concime esistenti ma prima proviamo a sintetizzare il concetto di concimazione.

 

Che cos’è la concimazione?

La concimazione fertilizza il terreno. Cosa significa “fertilizzare il terreno”? Lo dice la parola stessa, renderlo fertile duque produttivo. Un terreno fertile, un terreno produttivo, è un terreno bilanciato. In base alla tipologia di terreno cambia anche la presenza, o meglio, la quantità degli elementi nutritivi oltre a una serie di caratteristiche, ciò dovrebbe incidere sulla scelta delle piante da seminare che dovrebbero essere adatte a quel tipo di suolo.

Le categorie dei concimi

I concimi si usano tanto in agricoltura quanto in giardinaggio e si dividono in tre categorie, ovvero, organici (altrimenti detti biologici) chimici e organominerali. I concimi organici sono il risultato di una attività biologica, i concimi chimici si ottengono da giacimenti minerari e dopo un processo di raffinazione, i concimi organominerali si ottengono dalla miscelazione tra concimi organici (uno o più) e minerali. 

Un’altra distinzione tra i concimi, tutt’altro che secondaria, è quella tra lento e veloce rilascio. I primi hanno un effetto prolungato nel tempo ma le piante non assorbono immediatamente le sostanze somministrate. C’è da fare anche un’altra distinzione tra concimi propriamente detti a lenta cessione e cessione controllata. La differenza è che quelli a cessione controllata sono rivestiti da polietilene, zolfo o resine che hanno la funzione di rallentare ulteriormente il rilascio dei nutrienti. I concimi a rilascio veloce, invece rilasciano subito gli elementi nutritivi.

 

Il concime autoprodotto

Un paragrafo a parte merita il cosiddetto concime autoprodotto, si tratta di una pratica molto in uso a chi predilige l’agricoltura biologica. Chi ha animali da stalla o da pollaio non manca di concimare la sua terra con il letame ma anche il compost è un ottimo concime e non servono mucche e cavalli per produrlo. 

Per la realizzazione del compost, infatti, sui usano scarti della cucina e della terra. È un buon modo per riciclare i rifiuti umidi che vanno sistemati all’interno di una compostiera. Bisogna stare attenti a non commettere un errore tipico dei dilettanti: tanto il letame quanto il compost devono essere maturi e affinché ciò sia possibile servono alcuni mesi. Somministrare troppo presto questo tipo di concime può avere effetti deleteri sulle coltivazioni. Il letame fresco può anche causare malattie alle piante.

 

Tipi di concime

Vediamo ora alcuni tipi di concime nel dettaglio. Cominciamo dall’humus che è poco conosciuto dai profani ma è molto apprezzato da chi ne conosce le proprietà. L’humus è un componente chimico del terreno che si ottiene dalla degradazione e rielaborazione delle sostanze organiche che si trovano nel suolo. Esistono vari tipi di humus ma quello che interessa noi è prodotto dall’azione dei lombrichi ed è chiamato mull. Questa sostanza non soltanto fornisce alla terra gli elementi nutritivi necessari ma ne migliora anche la struttura. 

La pollina trova la sua applicazione anche nell’agricoltura biologica in quanto è un prodotto naturale, in sostanza si tratta degli escrementi di pollame. Non è un concime ricco di azoto ed è poco resistente alle piogge. Lo stalliccio è il risultato degli escrementi degli animali da stalla, quindi è letame sottoposto a un processo di umificazione ed essiccazione.

La farina di sangue è ricavata dalla macellazione degli animali, è un concime ricco di azoto, ferro e carbonio. Attenzione perché ha un odore forte e tutt’altro che gradevole. Tanto per restare in tema di concime macabro, c’è la farina di ossa, anche in questo caso proviene dagli scarti dei macelli, è chiaramente adatta alla coltivazione biologica. È un concime ricco di calcio, caratteristica che lo rende ottimo quando si ha la necessità di diminuire l’acidità del terreno. 

Buona anche la percentuale di fosforo mentre di azoto ce n’è poco. Sempre adatta per le colture biologiche è la cenere che ha tanto potassio e fosforo. Non da meno è la percentuale di calcio quindi anche questo concime è utile a ridurre l’acidità del terreno. La cenere è consigliata soprattutto a chi coltiva patate. La cosa importante è che non devono esserci tracce di prodotti chimici, quindi la cenere deve essere il risultato di legna bruciata, è chiaro che se questa è verniciata, non va bene.

 

 

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CONTENUTI

  • Che cos’è la concimazione?
  • Le categorie dei concimi
  • Il concime autoprodotto
  • Tipi di concime

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