Per coltivare un orto con ottimi risultati è fondamentale conoscere le varie tipologie di terreno, in modo da garantire alle proprie piante le condizioni ideali per crescere sane e rigogliose.
A dispetto di quanto si possa pensare, il terreno agricolo è più di una semplice base su cui coltivare e far crescere alberi e piante: oltre a garantire stabilità all’apparato radicale delle colture messe a dimora, è in grado di immagazzinare acqua e sostanze nutritive per rilasciarle gradualmente in base alle esigenze degli organismi vegetali.
Da qui è facile intuire come conoscere il suolo e le sue caratteristiche sia la chiave di volta sia per coltivare un orto con i migliori risultati sia per prevenire lo sviluppo di fisiopatie e malattie crittogamiche. In questo articolo faremo una breve panoramica sui vari tipi di terreno e le loro peculiarità per imparare a riconoscerli e lavorarli nel miglior modo possibile.
Come riconoscere le caratteristiche del suolo
Sebbene le attività possibili su un terreno agricolo siano praticamente infinite, nessuna di queste porterà a buoni risultati se non sappiamo quali sono i punti di forza del suolo e dove intervenire per correggere eventuali difetti o carenze. Per conoscere la composizione del terreno molti agricoltori professionisti sono soliti prelevare un campione di terra per farlo analizzare in laboratorio, una procedura che per chi coltiva un piccolo orto domestico come hobby potrebbe risultare piuttosto costosa e antieconomica.
Sebbene l’analisi chimica sia il metodo più sicuro e inequivocabile per identificare il tipo di terra con cui si ha a che fare, fortunatamente esistono altri modi (più economici, ma ugualmente efficaci) per farsi un’idea sulla composizione del suolo che si vuole coltivare.
Attraverso una semplice indagine visiva possiamo già individuare alcune caratteristiche della terra, come la permeabilità e la compattazione: un terreno ghiaioso o sassoso, per esempio, si riconosce subito per l’abbondante presenza di pietre, sassi e ciottoli, mentre un suolo torboso si presenta più scuro in superficie, morbido al tatto, dalla consistenza grumosa e con residui vegetali parzialmente decomposti.
Per misurare il pH del terreno, invece, si possono utilizzare delle apposite cartine tornasole che permettono di capire se il substrato è acido, alcalino o neutro, mentre gli strumenti più affidabili per valutare il potenziale idrico di un appezzamento sono i tensiometri e i sensori watermark, che offrono risultati molto precisi anche in caso di suolo limoso o particolarmente umido.
Infine, un metodo abbastanza semplice e immediato per valutare con buona approssimazione la tessitura del terreno consiste nel prelevare una piccola quantità di terra con l’aiuto di una vanga e stringerla nel pugno: se si sgretola con facilità abbiamo a che fare con un terreno sciolto e sabbioso, mentre nel caso in cui il panetto risulti compatto e difficile da modellare probabilmente siamo di fronte a un suolo argilloso medio-pesante.
Classificazione dei terreni
Per classificare le numerose tipologie di terreno agrario, oltre alle caratteristiche intrinseche del substrato, bisogna considerare anche i fattori ambientali e climatici della zona, ma in linea di massima una prima, sommaria catalogazione individua sette principali tipi di suolo: argilloso, sabbioso, limoso, franco, sassoso, torboso e calcareo.
1. Terreno argilloso
I terreni argillosi presentano una tessitura costituita da oltre il 20% di argilla e per la restante parte da terra fine. Si tratta, quindi, di un terreno fertile, caratterizzato da un ottimo drenaggio dell’acqua irrigua e un’elevata capacità di trattenimento delle sostanze nutritive.
Tuttavia, dal momento che stiamo parlando di un tipo di suolo particolarmente duro e pesante, tende a compattarsi facilmente e risulta difficile da lavorare quando è bagnato, oltre a comportare un maggiore rischio di ristagni idrici in caso di piogge abbondanti.
Piante coltivabili: acero, biancospino, ciliegio, salice, nocciolo, tiglio, alloro, ginestra, rosa canina, lavanda, sommacco, lillà, viburno, sanguinello, corniolo, ontano, papavero orientale, geranio, achillea, acanto, aconito.
2. Terreno sabbioso
I terreni sabbiosi sono più permeabili e si caratterizzano per la capacità di assorbire velocemente l’acqua irrigua o piovana, ma per contro si inaridiscono rapidamente nei periodi di forte siccità e sono poveri di sostanze nutritive.
Piante coltivabili: acacia, acero campestre, tamerici, corbezzolo, giudea, olivello spinoso, erica, caprifoglio, origano, artemisia, pitosforo, solanum crispum, lavanda angustifolia, alaterno, lentisco.
3. Terreno limoso
Il suolo a tessitura limosa è composto da: 10% di sabbia, 20% di argilla e 70% di limo. Essendo una via di mezzo tra un terreno argilloso e un suolo sabbioso, ha buone capacità di ossigenazione e drenaggio, riuscendo a trattenere un maggior quantitativo di umidità e nutrimento.
Tuttavia, a seguito di piogge copiose o quando si irriga troppo, tende a formare un velo fangoso in superficie che si compatta velocemente trasformandosi in una crosta durissima e asfittica per l’apparato radicale delle colture.
Piante coltivabili: salice, betulla, cornioli, levistico, loto, aneto, angelica, coriandolo, vite, melo, ciliegio.
4. Terreno franco
Si parla di suolo franco quando la granulometria del terreno presenta un’uguale percentuale dei tre elementi minerali (argilla, sabbia e limo). Oltre a offrire un buon compromesso tra i pregi e i difetti delle altre tipologie di suolo, si lavora molto facilmente nonostante lo strato superficiale piuttosto compatto.
Piante coltivabili: tutte le specie orticole, ornamentali e da frutto che si adattano ai terreni di medio impasto.
5. Terreno sassoso o ghiaioso
In un suolo sassoso – come facile intuire – prevalgono ciottoli, pietre, ghiaia e altri materiali inerti. Questa caratteristica, unitamente alla notevole velocità di filtraggio e sgrondatura dell’acqua irrigua, ne fa un terreno arido e particolarmente impermeabile, impedendo così all’apparato radicale delle piante di idratarsi e assorbire una quantità sufficiente di nutrienti.
Piante coltivabili: tutte le aromatiche e le erbacee resistenti alla siccità che prediligono un terreno roccioso, come il cappero, la lavanda, la salvia, l’achillea e l’elicriso.
6. Terreno torboso
I suoli torbosi sono facilmente riconoscibili dal colore molto scuro e la particolare morbidezza al tatto. Oltre alla buona presenza di materiale organico, si caratterizzano per l’elevata capacità drenante che permette al substrato di mantenersi umido per parecchio tempo.
Piante coltivabili: Il pH molto acido li rende ideali per la coltivazione di frutti di bosco, camelia, azalea, magnolia, gardenia, mimosa, giglio, ortensia, corbezzolo e betulla.
7. Terreno calcareo
I terreni calcarei presentano uno strato superficiale dal colore molto chiaro, che con l’umidità e la pioggia tende a compattarsi. A causa dell’elevata presenza di carbonato di calcio risultano particolarmente alcalini e potrebbero ostacolare la crescita e il corretto sviluppo di molte colture, soprattutto quelle che preferiscono pH neutri o leggermente acidi come le piante acidofile.
Piante coltivabili: Quasi tutte le varietà “calcicole” come il pino, l’ibisco, il ginepro comune, il nespolo, il leccio, l’olivo, l’oleandro, il gelso, il noce, il bosso e il melograno.
DEJA UN COMENTARIO
0 COMENTARIOS