Il Goji è una pianta tipica degli altopiani asiatici tra Cina, Tibet e Mongolia, dove cresce spontanea ed è parte integrante delle tradizioni locali. Ecco alcuni consigli su come coltivarla con successo in vaso o in giardino per godere di tutte le sue innumerevoli proprietà benefiche.
La pianta di Goji è un arbusto originario della Cina e conosciuto anche come “pianta dell’eterna giovinezza” in virtù delle numerose proprietà terapeutiche e medicinali delle sue bacche rosse. Le varietà più note sono il Lycium chinense e il Lycium barbarum, i cui frutti sono parte integrante della cucina asiatica fin dalla notte dei tempi e, di recente, anche delle nostre zone per gli effetti benefici che esercitano sull’organismo.
Al pari dei lamponi e dei mirtilli, è possibile cimentarsi nella coltivazione delle bacche di goji anche nel proprio orto o sul balcone, purché si rispettino alcune semplici regole di base. Che ne dite? Vi va di scoprire con noi come coltivare il Goji a casa per sfruttarne le virtù curative, il buon sapore e anche l’aspetto decorativo? Allora, armatevi di rastrello e annaffiatoio che si comincia!
Pianta goji: caratteristiche botaniche e forme di allevamento
Il goji è un arbusto che fino a qualche anno fa era completamente sconosciuto nel nostro Paese, ma negli ultimi tempi è riuscito a guadagnarsi un posto d’onore nell’elenco dei superfood grazie alle sue bacche eccezionalmente salutari e dalle rinomate proprietà benefiche.
Si tratta di un arbusto perenne che fa parte della famiglia delle Solanacee e, quindi, imparentato con il pomodoro, la melanzana, il peperone e la patata. In natura, cresce spontaneo sugli altopiani asiatici di Cina, Tibet e Mongolia, ma nonostante le origini asiatiche si adatta facilmente al clima e alla tipologia di terreno delle nostre zone, tanto è vero che non è difficile coltivarlo in Italia.
Dal momento che la pianta può raggiungere (e talvolta superare) i tre metri di altezza, formando folti cespugli intricati simili a rovi o viti selvatiche, per garantire alle bacche di goji il giusto apporto di luce per maturare è necessario allevare l’arbusto in maniera appropriata. A tal proposito si possono scegliere due tecniche: la prima, più indicata per la coltivazione hobbistica, consiste nel far crescere la pianta del goji in modo libero, avendo premura di spollonare e tagliare i rami superflui per consentire una buona illuminazione.
La seconda forma di allevamento, utilizzata dalle grandi aziende Cinesi del Ningxia, è la coltivazione a fusetto (o spindel) che prevede l’uso di un’asse centrale alta 250–300 cm, dal quale si svilupperanno (partendo da 60-70 cm di altezza) le branche laterali, permettendo alla pianta di assumere una forma a cono come un piccolo albero di Natale.
In questo caso, bisognerà effettuare ogni anno una potatura invernale di produzione per rimuovere i rami della stagione precedente che hanno già fruttificato, mentre in primavera si dovranno rimuovere i succhioni verticali più vigorosi per spingere la pianta a produrre un maggior quantitativo di frutti e fiori di goji da giugno fino a novembre.
Piantare bacche di goji: trucchi e consigli
Dal momento che il goji è una pianta perenne, si rivela estremamente facile da coltivare in giardino, sul balcone o a corredo dell’orto, anche perché sopporta bene i climi rigidi, fino a -20°C. È preferibile acquistare le piantine già pronte per il trapianto in un vivaio ben fornito, poiché partendo dai semi di goji l’entrata in produzione della pianta sarà più lenta. L’impianto va effettuato all’inizio dell’autunno o in primavera quando non c’è più il pericolo di gelate, lasciando tra un esemplare e l’altro almeno due metri di spazio per consentire un corretto sviluppo degli arbusti.
Per la messa a dimora, si scava una buca abbastanza larga e si interra del compost organico o del letame ben maturo, dopodiché vi si adagia dentro la piantina, ricoprendo le radici con un leggero strato di terriccio misto a sabbia per favorire il drenaggio dell’acqua. Per cimentarsi nella coltivazione delle bacche di goji bisogna tenere presente che la pianta ha un portamento tendenzialmente rampicante, per cui va dotata di sostegni con apposite strutture reticolari o tutori.
Coltivazione goji: clima e terreno adatti
Trattandosi di una specie rustica, il goji non presenta particolari esigenze di terreno e clima, adattandosi senza difficoltà a diversi siti di coltivazione. Potendo scegliere il luogo di messa a dimora, è sempre meglio preferire una zona ben esposta al sole, avendo l’accortezza di bagnare la zolla prima dell’impianto per favorire l’attecchimento delle radici.
Per coltivare il goji sul balcone o sul terrazzo, dove raggiungerà un’altezza massima di un metro e mezzo, si consiglia di scegliere un vaso abbastanza capiente, con una profondità di almeno cinquanta centimetri, e riempirlo con una miscela composta da terriccio, terra da giardino e sabbia in parti uguali. In questi casi, le annaffiature dovranno essere più frequenti che in piena terra, quindi una volta la settimana in inverno e tre volte nei periodi di siccità, evitando però i ristagni idrici che potrebbero favorire lo sviluppo di marcescenze.
Mantenimento e potatura del goji
Oltre a interrare dell’ammendante al momento della messa a dimora delle piantine, ogni anno a inizio primavera può essere utile distribuire sul terreno un po’ di stallatico pellettato mischiato ad altri fertilizzanti a base di potassio e magnesio. Per mantenere il terreno umido e proteggere al contempo l’apparato radicale dal freddo, si consiglia di effettuare una leggera pacciamatura intorno alle piante in modo da ridurre gli interventi di irrigazione e prevenire la proliferazione di erbe infestanti nell’area circostante.
Quanto alla potatura, visto che l’arbusto fruttifica sui nuovi tralci, è importante rinnovare ogni anno (dall’inverno alla primavera) le formazioni fruttifere, accorciando i rami vecchi all’altezza del terzo-quarto nodo in modo da stimolare la produzione di nuovi germogli.
A questo punto non rimane che capire quando si raccolgono le bacche di goji. Il periodo di raccolta va da agosto a novembre e un esemplare adulto in buono stato di salute è in grado di produrre fino a tre chilogrammi di bacche, riunite in grappoli abbondanti. Questi frutti asiatici si mangiano essiccati oppure freschi a seconda delle preferenze, ma se si vuole conservarli più a lungo è sempre meglio metterli a essiccare, lasciandoli per un paio di giorni all’ombra e poi esponendoli al sole per far raggrinzire la buccia e mantenere la polpa interna morbida.
In vendita si possono trovare anche succhi, marmellate e integratori in polvere o compresse, ma visto che il prezzo delle bacche di goji è arrivato alle stelle, vale la pena coltivare la pianta in proprio per ottenere un alimento nutraceutico, ricco di antiossidanti e sali minerali, senza spendere una fortuna.
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