Come costruire un biotrituratore fai da te

Ultimo aggiornamento: 24.04.24

 

Se avete esperienza nel bricolage e in particolar modo nell’uso dell’attrezzatura per saldare, ecco alcuni consigli su come realizzare un biotrituratore fai da te.

 

Prima di approfondire in modo più dettagliato l’argomento relativo alla costruzione di un biotrituratore fai da te, è importante spendere qualche parola su questo apparecchio in modo da capire come è fatto e come funziona. Il trita rami o tritarami che dir si voglia, come originariamente veniva chiamato il biotrituratore, è una macchina destinata allo smaltimento degli scarti di lavorazione del giardinaggio, e in particolar modo di foglie, rami e altri residui derivati dalla potatura di siepi, arbusti, cespugli e prati.

In commercio si possono trovare diverse varianti di questo apparecchio, a seconda del prezzo, della destinazione d’uso e del tipo di motorizzazione, esistono infatti modelli azionati da motore a scoppio e altri con motore elettrico. Una particolare variante è rappresentata dal biotrituratore a turbina, che però ha un costo decisamente alto e di conseguenza è adoperato prevalentemente in ambito professionale.

I modelli elettrici e a scoppio sono i più diffusi, invece, in quanto sono disponibili in tutte le fasce di prezzo e per qualsiasi tipo di applicazione, a partire dall’uso domestico e hobbistico fino a quello professionale.

Come è fatto il biotrituratore

In linea di principio i biotrituratori sono delle macchine molto semplici; sono infatti costituite da un motore collegato a un sistema di taglio, che a seconda dei casi può essere un disco oppure un rullo a cui sono fissate delle lame, e alle estremità del sistema di taglio si trovano due tubi, uno d’entrata e uno d’uscita.

Il tubo d’entrata ha un profilo conico e un imbocco più largo rispetto al punto di raccordo con il sistema di taglio, in modo da consentire una maggiore facilità di inserimento per gli sterpi e le ramaglie; il tubo di uscita, invece, è cilindrico e di solito presenta un diametro costante, pressoché analogo a quello della luce d’uscita del sistema di taglio. La conoscenza e la corretta disposizione degli elementi che costituiscono questo tipo di macchina sono molto importanti ai fini della realizzazione di un trituratore fai da te, sia per sapere quali materiali procurarsi sia per essere in grado di tracciare un progetto che, una volta realizzato, si riveli funzionale e soprattutto sicuro da usare.

La fase di progettazione

Il primo passo da compiere consiste nel progettare il biotrituratore, e per farlo bisogna tenere conto dei seguenti aspetti fondamentali: il tipo di utilizzo, il tipo di motorizzazione, la potenza e le dimensioni della macchina. La destinazione d’uso è un indizio fondamentale in quanto stabilisce le caratteristiche che deve possedere il tritura rami, facciamo quindi qualche esempio pratico.

Se l’apparecchio deve essere in grado di sminuzzare una discreta varietà di scarti di potatura, soprattutto quelli provenienti da siepi, arbusti e cespugli, e deve lavorare in maniera intensiva con grosse quantità di scarti, allora dovrà possedere delle dimensioni e un motore di potenza adeguati; un biotrituratore per erba, invece, può funzionare anche con un motore di potenza ridotta, o addirittura farne del tutto a meno.

Se le esigenze di smaltimento non vanno oltre gli scarti costituiti da foglie secche e residui del tosaerba, infatti, allora si può prendere in considerazione anche l’idea di realizzare un piccolo biotrituratore a mano, azionato mediante un pedale o una manovella, il che permetterà di risparmiare ulteriormente sui costi di realizzazione.

I materiali necessari

Una volta realizzato il progetto tenendo conto dei fattori appropriati, e quindi aver delineato quali caratteristiche deve possedere il biotrituratore, occorrerà acquistare i materiali necessari per la sua realizzazione. Gli elementi principali sono il motore e il sistema di taglio; quest’ultimo può essere realizzato con una ruota dentata oppure con un disco al quale applicare delle lame in acciaio al carbonio. Il motore può essere elettrico o a scoppio, ma nel primo caso bisognerà tenere conto di ulteriori elementi come l’eventuale batteria e i cablaggi; la scelta migliore ai fini della semplicità realizzativa, quindi, prevede l’uso di un motore a scoppio.

Tra il sistema di taglio e il motore dovrà essere inserito un motoriduttore, quindi bisognerà acquistare anche gli ingranaggi necessari alla sua realizzazione. Alla lista, inoltre, si aggiungono i cuscinetti a sfere e la lamiera metallica che occorre per la realizzazione del tubo di entrata e di quello di uscita, nonché dei profilati metallici e delle ruote gommate se si desidera costruire anche un supporto che renda possibile spostare il biotrituratore con maggiore facilità.

 

La fase realizzativa

I materiali elencati in precedenza possono essere acquistati oppure riciclati; in ogni caso, però, la costruzione del biotrituratore richiede l’uso di attrezzature specifiche, tra cui una saldatrice. Per affrontare questo progetto con buon esito, quindi, è importante possedere una buona esperienza nell’ambito del fai da te, e soprattutto nell’uso dell’attrezzatura per saldare.

La prima fase consiste nel creare il telaio di supporto con le ruote, sul quale poi saranno montati il motore e il sistema di taglio, collegati insieme interponendo il motoriduttore. Una volta completata questa fase, dovrete prendere le misure in modo da creare una scocca di protezione intorno al sistema di taglio e al motoriduttore, mentre il motore potrà rimanere parzialmente scoperto in modo da facilitare le successive operazioni di manutenzione periodica. La scocca dovrà anche essere predisposta alla successiva unione, mediante saldatura o imbullonamento, dei tubi di entrata e di uscita.

Questi ultimi possono essere realizzati a parte, saldando insieme la lamiera rispettando al millimetro le dimensioni indicate sul progetto, in modo da poterli poi unire al nucleo centrale costituito dal motore e dal sistema di taglio.

Maggiore è la potenza del motore adoperato per il vostro biotrituratore, più attenzione dovrete dedicare all’assemblaggio della macchina. Una volta in moto, infatti, questa genera rumore e vibrazioni più o meno forti che potrebbero mettere a dura prova la sua integrità strutturale; se le saldature non saranno eseguite alla perfezione, quindi, si correranno seri rischi di cedimento con la possibilità che pezzi di metallo vengano scagliati ad alta velocità in direzioni imprevedibili.

I principianti e i meno esperti farebbero meglio a rinunciare a un progetto del genere, quindi, soprattutto considerando che con una minima spesa è possibile acquistare un biotrituratore di categoria hobbistica prodotto da una delle ditte affidabili del settore, come Ryobi, Einhell o Black+Decker.

 

 

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