Come effettuare coltivazione e potatura dell’albero di melograno

Ultimo aggiornamento: 22.04.24

 

Un frutto praticamente mitico, il cui albero necessita di dovute attenzioni per prosperare. In questo articolo troverete alcuni suggerimenti utili.

 

Nonostante sia ormai presente da millenni nell’area del Mediterraneo, l’albero di melograno si tratta in realtà di una specie orientale. Infatti, per essere precisi, furono le popolazione arabe a far conoscere ai Greci e ai Romani questo stupendo arbusto. Non a caso ci sono diverse attestazioni di come i latini abbiano imparato a coltivare il melograno proprio grazie ai cartaginesi, provenienti dall’attuale Tunisia.

Il suo frutto, ossia quel meraviglioso pomo di colore rossastro che protegge decine di chicchi ricchi di sostanze nutritive, è passato alla storia anche grazie ai racconti mitici. Ricorderete, forse, la storia di Persefone, figlia di Zeus e di Demetra, che venne rapita da Ade e portata negli Inferi proprio per aver gustati sei semini di questa pianta.

Ma un tempo come oggi, questo frutto non era assolutamente identificato come malevolo, tutt’altro: i suoi benefici, anche se non conosciuti in modo approfondito perché non c’erano a disposizione le tecnologie moderne, erano conclamati. Il melograno è infatti sempre stato un simbolo di fertilità e fecondità, di vita e di rinascita. Spesso e volentieri andiamo alla ricerca di chissà quale alimenti particolare in giro per il mondo che possa farci bene, senza considerare che quello che cerchiamo si trova proprio nel giardino di casa.

La melagrana (ossia il frutto dell’albero) può essere identificato anche come “superfood”: si tratta di un frutto autunnale, altamente ricco di vitamina C e di fenoli dalla forte azione antiossidante. Chiaramente, per poter usufruire dei vantaggi e dei benefici naturali di questa pianta, è importante sapere come e quando potare il melograno, ma anche ogni quanto fruttifera, quindi qual è il miglior metodo di coltivazione.

Ma non preoccupatevi se non sapete di cosa stiamo parlando, perché in questo articolo abbiamo raccolto tutto quello che c’è da sapere a riguardo: seguiteci con la lettura!

Caratteristiche: conosciamolo meglio

Come abbiamo anticipato, è un arbusto il cui frutto offre diversi benefici, e per questa ragione, anche se avete solo un balcone, vi consigliamo di piantare un melograno in vaso.

Essendo ricco di tannini e antociano, ossia di due sostanze dal grande potere antiossidante, quando avrete sete potrete godere anche di alcuni vantaggi per il vostro organismo, assaporando una bevanda naturale fatta homemade. Il suo succo (ottenuto grazie al miglior spremiagrumi) può aiutare anche a prevenire l’insorgenza di sbalzi di umore, malattie cardiache e abbassa il rischio del cancro al seno,  ma collabora anche nel mantenere le ossa forti.

Ma il frutto, senza il suo albero non potrebbe mai essere sfruttato, ecco perché è importante sapere quali sono le sue caratteristiche, cioè anche quando avviene la fioritura del melograno.

In linea generale possiamo dire che si tratta di un albero deciduo, formato da radici robuste e molto nodose, che raggiungono buone profondità. Il suo tronco è eretto e vanta una corteccia di colore grigiastro che si allarga verso l’alto dando vita a una chioma meravigliosamente ramificata e dalla forma tondeggiante. Si può riconoscere anche dalle sue foglie, che sono particolarmente lisce e lanceolate, dotate di un colore verde intenso che diventa ocra durante il periodo autunnale.

Se vi state chiedendo dopo quanti anni fruttifica il melograno, dovete sapere che in seguito alla prima piantumazione, dovrete aspettare solo due o tre anni massimo. In più, se viene tenuto bene, può raggiungere anche 30 anni di produzione di meravigliose bacche chiamate balaustre o melagrane, che hanno all’interno da 200 a 500 grani traslucidi e succosi di cui abbiamo già parlato.

In genere, comunque, per quanto riguarda la fioritura, il periodo migliore è per l’appunto l’autunno; i suoi rami dotati di spine rimangono completamente spogli fino a metà primavera.

Tra tutti gli arbusti vanta anche uno dei più fruttiferi e longevi: in condizioni ottimali riesce a superare tranquillamente i 150 anni di vita.

Coltivazione

Il melograno, a differenza di altri arbusti simili, ama particolarmente le zone soleggiate, perciò la posizione ideale è proprio quella in cui i raggi arrivano dritti sul terreno. In più, come abbiamo già anticipato, non teme il freddo o gli inverni piuttosto rigidi, nonostante smetta di fruttificare a temperature inferiori allo zero. Infatti, se avete intenzione di piantare un melograno dovete anche sapere che intorno a -10°C soffre particolarmente, soprattutto alle radici, per morire definitivamente quando si raggiungono -20°C.

Insomma, possiamo dire che il clima mediterraneo, in cui i gradi non vanno mai sotto lo zero è perfetto per la sua crescita, fioritura e per la raccolta del suo meraviglioso frutto. Per quanto riguarda il terreno, anche in questo caso si adatta anche a quello comune da giardino, ma in generale predilige quelli ben drenati e anche quelli particolarmente acidi.

Se vi stavate chiedendo quando fiorisce il melograno, sappiate che il periodo migliore è verso la fine dell’estate, quindi a cavallo tra agosto, settembre e ottobre. In genere, per quanto riguarda le annaffiature, questo arbusto si accontenta anche dell’acqua piovana, ma ci possono essere periodi di siccità prolungata in cui bisogna irrigarlo periodicamente, aiutando la fortificazione della sua struttura lignea.

 

Piantare il melograno

In commercio non è difficile trovare il melograno in vendita, ma se avete intenzione di coltivarlo e quindi di piantarlo dovete tenere a mente che il periodo migliore è l’autunno, cioè tra metà ottobre e i primi giorni di dicembre. Seguendo questa scadenza permetterete all’arbusto di adattarsi al terreno e di cominciare a esplorare il substrato con le sue radici, anche se scegliete uno da vaso.

Le piante come queste ultime però potranno essere messe a dimora praticamente in ogni momento, purché il terriccio non sia ghiacciato o le temperature non siano né troppo alte, né particolarmente basse. Per piantarlo nel modo migliore conviene scavare una buca ampia e profonda circa il doppio del pane di terra con cui viene venduto l’arbusto. Sulla parte del fondo bisogna poi stendere uno strato spesso di ghiaia di diversa granulometria, con l’obiettivo di ottenere un livello drenante adeguato.

Poi, una volta che avete piantato l’arbusto, create una barriera solida per le radici usufruendo della terra presente e lasciando il colletto leggermente scoperto. Ora, il substrato estratto o acquistato andrà compattato in maniera accurata, permettendo di dare anche più stabilità alla struttura. Infine, a seconda dei propri obiettivi, è bene tagliare tutti i rami di circa ⅓ , promuovendo una crescita rigogliosa e una rapida ripresa.

 

Come potare il melograno

Se si tratta delle prime volte che piantate un melograno, allora forse non sapete quanta importanza riveste l’operazione di potatura. In linea generale (questo vale per tutte le piante), è importante eseguirla per una ragione principale: dare una forma di base che permetta all’arbusto una crescita prosperosa. Grazie a queste operazioni potrete indirizzare il melograno verso un cespuglio oppure un albero vero e proprio.

La differenza tra queste due opzioni è che la prima soluzione conduce a un’estetica interessante, che impreziosisce senz’altro il vostro giardino. La seconda, invece, è più adatta se avete in mente di raccoglierne i frutti: non per forza dovrete far crescere il melograno ad altezze eccessive, basterà mezzo metro. Infatti, le forme della pianta più utilizzate sono quelle con tre o quattro branche principali, ma di seguito vi forniamo le indicazioni per ottenere entrambe le soluzioni suddette.

Per dare la forma a cespuglio potrete utilizzare anche forbici elettriche di buona qualità, spuntando a circa 20 cm da terra dopo la messa a dimora della pianta. In questo modo eliminerete e riuscirete a sfoltire tutta la parte in eccesso, tenendo, per l’appunto, le branche principali. Con l’avanzare del tempo, il melograno tenderà a produrre molti polloni, che chiaramente andranno eliminati accuratamente, ecco quindi come tagliare il melograno.

 

Se invece avete intenzione di ottenere una forma ad albero o alberello, dovrete semplicemente far crescere la pianta in maniera naturale, senza costrizioni o tagli improvvisi. Tenete però conto di una cosa: ogni potatura deve essere eseguita sempre dopo la raccolta del frutto, perciò in un periodo che va dal tardo autunno alla fine dell’inverno. Questa operazione avrà il compito di favorire la produzione successiva, che generalmente avviene sui rami più esterni.

Chiaramente, se non sapete quando potare il melograno, perché è la prima volta che lo fate, vi suggeriamo di chiedere consiglio a un giardiniere professionista. In questo modo eviterete qualsiasi problema relativo a tagli errati di rami che invece erano importanti per la crescita rigogliosa dell’arbusto. Ma, al di là di queste raccomandazioni, è importante sapere che il periodo di potatura del melograno è sempre simile a quello della messa a dimora, perciò non potete sbagliarvi.

 

Malattie della pianta

Vorremmo non fosse così, eppure anche per il melograno (come per tutti gli altri arbusti) esistono delle minacce microscopiche. Stiamo parlando sia di batteri e sia di virus, ma anche di vere e proprie malattie che attecchiscono sulla pianta e non la abbandonano tanto facilmente. Per esempio, non possiamo non citare l’alternaria o “cuore nero”: una delle patologie più conosciute a livello mondiale che fa disperare molti agricoltori. I sintomi della sua presenza sono l’annerimento dei frutti: il patogeno entra dal calice, mentre l’infezione si espande soprattutto durante i periodi di pioggia. 

Tuttavia bisogna considerare che i danni al vostro melograno possono variare a seconda di alcuni fattori, tra cui il clima, il terreno e della gestione degli elementi nutritivi della pianta.

Tra le malattie si trova anche la botrite, causata dal fungo anamorfico Botrytis spp.: diversi studi hanno evidenziato che il suo sviluppo può avvenire tramite ferite o infezioni latenti già da un po’. Se il vostro melograno è affetto da questo tipo di problema, noterete subito una specie di muffa grigia che copre la parte esterna del frutto.In questi casi le soluzioni non si può dire che siano alla portata di tutti: il metodo migliore è quello di chiedere aiuto a un professionista, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione.

Infine, l’ultima malattia da citare è la Coniella granati, il cui agente patogeni si trova già in alcuni terreni. I sintomi che si possono notare subito dopo la raccolta sono lesioni di carattere circolare e dalla colorazione gialla e marrone, che partono dalla corona e si espandono su tutto il frutto. La buccia presenta anche un rammollimento: in questi casi le colonie del fungo saranno praticamente ovunque e difficili da estirpare.

Questa, tra l’altro, è una delle nuove malattie del melograno, infatti la Coniella granati è stata isolata in Italia solo nel 2015, perciò manca anche il dato riguardante il tasso di mortalità effettivo delle piante e i rimedi sicuri per contrastare questo patogeno così pericoloso e diffuso.

Raccolta e utilizzo dei frutti

Arrivati fin qui vi starete chiedendo: “d’accordo, ora sappiamo piantare l’albero, ma quando raccogliere e come pulire un melograno?” Si tratta di una domanda non troppo complessa a cui cercheremo di rispondere in modo essenziale e accurato a breve. Innanzitutto, vogliamo specificare che il frutto del melograno deve necessariamente maturare sui rami, e per accertarci che sia arrivato finalmente il momento, bisogna osservare il colore della buccia. Quest’ultima deve apparire completamente rossa, priva di macchie che possono essere originate dalle malattie che abbiamo visto più su.

Se sono presenti lievi spaccature, queste potrebbero essere state causate da mancanze d’acqua. Comunque, in linea generale, possiamo dire che la raccolta avviene tra settembre e i primi giorni di dicembre. Bisogna prestare attenzione affinché non cada mai a terra, perciò è bene usare forbici per tagliare il frutto senza danneggiare l’albero.

Il luogo ideale per conservarlo deve essere asciutto e ben fresco: qui resisterà davvero a lungo, anche per diverse settimane. Gli utilizzi dei chicchi possono essere svariati: consumati crudi oppure aggiunti all’insalata ma anche spremuti per ottenere uno squisito succo che farà gola a chi ama prendersi cura della propria alimentazione.

 

 

 

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