Tra i numerosi ortaggi che non possono assolutamente mancare nell’orto, i peperoncini piccanti sono certamente i più apprezzati sia per l’aroma intenso, sia per le ottime virtù terapeutiche e, non ultimo, per l’aspetto decorativo. In questo articolo vi spiegheremo come coltivare le piante di peperoncino in vaso, all’aperto e in casa.
Il peperoncino – Capsicum annuum – è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee che viene coltivata a ciclo perenne nei suoi climi di origine (America centrale e meridionale) e trattata come annuale in Europa. In Italia l’unica varietà autoctona è il peperoncino calabrese lungo (il cosiddetto Naso di Cane), caratterizzato da un colore rosso intenso, una polpa piuttosto spessa e una piccantezza media intorno ai 30.000 SHU.
Nonostante si tratti di una cultivar originaria dell’America Latina, è possibile coltivare la pianta di peperoncino con successo sia nell’orto sia in vaso, purché si rispettino alcune regole di base, che passiamo a illustrare nelle righe che seguono.
Varietà di peperoncino
Fin dalla notte dei tempi, la coltivazione dei peperoncini piccanti ha coinvolto un gran numero di appassionati, che li piantano nel giardino, in vaso e persino in casa con le tecniche indoor. Il motivo è sicuramente legato alla piccantezza di molte varietà, ma ne esistono anche alcune più dolci e meno invasive che vengono coltivate solo a scopo ornamentale o al massimo per conferire aroma e profumo ad alcune pietanze. È il caso del “Big Wonder”, una delle cultivar più decorative grazie alle sue bacche colorate, che dal viola virano al giallo e al rosso.
A questo punto vi starete sicuramente chiedendo quali siano le specie più spicy in assoluto, quelle che mettono i brividi solo a nominarle. Ebbene, negli anni sono state selezionati dei peperoncini piccantissimi che vengono valutati in base al contenuto di capsaicina (un composto chimico presente, in diverse concentrazioni, nel frutto delle piante del genere Capsicum), misurato con il metodo Scoville.
Secondo il Guinness dei Primati, il peperoncino più piccante al mondo è il Carolina Reaper, una pianta originaria del Sud Carolina ottenuta dall’incrocio tra l’Habanero Rosso e il Naga Morich Pakistano, che vanta 1.569.300 gradi sulla Scala Scoville. Subito dopo vengono il peperoncino Trinidad Scorpion, detentore del primo posto fino al 2012, con una piccantezza di 1.463.700, e il Bhut Jolokia (o Ghost Pepper), un ibrido tra il Capsicum chinense e il Capsicum frutescens con 1.041.427 di punteggio SHU.
Per gli utilizzi culinari è meglio optare per varietà a piccantezza medio-bassa, come il peperoncino messicano Jalapeno e le bacche della pianta Amarillo di provenienza peruviana, oltre ovviamente al nostro celebre Diavolicchio calabrese. Un altro peperoncino piccante molto sfruttato in cucina è il Tabasco, pianta introdotta negli Stati Uniti D’America nel 1848 e conosciuta per il suo impiego nell’omonima salsa.
A ogni modo, le varietà a cui si fa riferimento in questa mini guida sulla coltivazione del peperoncino sono quelle a bacca rossa e piccola, lunga o tonda, dal sapore particolarmente piccante e di cui esistono molti tipi diversi.
Piantare il peperoncino: clima e terreno adatti
Se vi state chiedendo come piantare il peperoncino, sappiate che il metodo migliore è la propagazione da seme in semenzaio riscaldato, utilizzando la tecnica della semina con postarelle profonde 1-2 cm. In genere, i semi di peperoncino si ottengono dagli esemplari più sani della stagione precedente, ma si possono facilmente reperire anche nei vivai e nei negozi di articoli per il giardinaggio a un costo irrisorio. Se non si vuole coltivare il peperoncino indoor con una grow box (operazione che in genere va effettuata a inizio marzo), si può anche decidere di piantarlo direttamente in pieno campo, purché sussistano le giuste condizioni di clima e terreno.
Generalmente, i peperoncini germinano nel giro di una quindicina di giorni, ma bisogna aspettare che spunti la quinta foglia prima di procedere al trapianto in piena terra, lasciando 30-40 cm circa tra un esemplare e l’altro. Il terreno dove la pianta verrà messa a dimora (per la semina in semenzaio basta del terriccio universale, da tenere costantemente umido) deve risultare ricco di materia organica, ben drenato e con un pH compreso tra cinque e sette.
Per favorire il rapido sviluppo della pianta, si rivela utile interrare del compost o del letame ben maturo prima del trapianto, magari aggiungendo un substrato di sabbia o argilla espansa per impedire la formazione di ristagni idrici.
Quanto al clima, in linea generale la pianta di peperoncino richiede un sito ben esposto al sole e con temperature miti, poi a seconda della varietà che si semina ci sono delle leggere differenze: il peperoncino rocoto e l’Aji Amarillo, per esempio, sono meno sensibili al freddo e possono crescere bene anche in una zona a mezz’ombra, mentre le cultivar più piccanti, come il Carolina Reaper e l’Habanero, vanno necessariamente piantate in una zona che possa garantire la massima esposizione diretta ai raggi solari.
Inoltre, si rivelano necessarie anche frequenti zappettature che, oltre ad arieggiare il terreno, eviteranno il propagarsi di infestanti concorrenti, mentre l’uso di un buon insetticida naturale permetterà di tenere lontani i maggiori parassiti del peperoncino, come gli afidi e il ragnetto rosso.
Coltivare il peperoncino in vaso: innaffiatura e raccolta
Come già accennato, coltivare il peperoncino è abbastanza semplice poiché quasi tutte le varietà si adattano molto bene alla coltivazione in vaso e non necessitano di recipienti particolarmente grandi, caratteristica che ne rende possibile il posizionamento anche sul balcone o in un piccolo spazio esterno.
Tuttavia, è fondamentale tenere sempre a mente che per queste piante l’acqua è importante come il sole e il seccarsi dei terreni potrebbe addirittura causarne la prematura dipartita. Pertanto, è fondamentale mantenere il suolo sempre umido, prestando però attenzione a evitare i ristagni idrici, che agevolano lo sviluppo di marcescenze.
Per capire quando raccogliere i peperoncini bisogna valutarne il colore e la morbidezza. Quando hanno raggiunto la massima intensità di colore e risultano morbidi al tatto, si preleva una bacca e la si taglia a metà: se la placenta interna presenta ancora delle sfumature tendenti al verde significa che non è ancora matura, mentre se appare di un colore bianco tendente al giallo si potranno raccogliere.
Come svernare il peperoncino
Anche se in Italia le piante di peperoncino vengono generalmente trattate come annuali per via dell’elevata sensibilità alle basse temperature, in realtà possono vivere e produrre anche per molti anni grazie allo svernamento.
Se non si vuole seminare il peperoncino ogni anno, si può spostare la pianta in casa o dentro una piccola serra riscaldata non appena il clima esterno diventa più freddo, prestando attenzione a riporla in un ambiente dove la temperatura sia sempre al di sopra dei 10°C. Per facilitare l’operazione consigliamo di coltivare le piantine di peperoncino direttamente in vaso, così da poterle ritirare al riparo quando necessario, senza dover effettuare il trapianto dell’esemplare.
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