Potatura salvia: quand’è il periodo migliore, come e quante volte farla

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Se volete coltivare la salvia nell’orto o in vaso, in questo articolo troverete alcuni consigli utili sulla cura e la potatura di questa squisita pianta aromatica.

 

Oltre a essere una delle erbe aromatiche più utilizzate in cucina, la salvia è una presenza piuttosto comune nei giardini e sui balconi perché molto semplice da coltivare. Per un corretto sviluppo, però, necessita di regolari interventi cesori da effettuata due volte l’anno nel rispetto dello stato fisiologico della pianta.

In questo articolo vi spieghiamo come coltivare la salvia nell’orto o in vaso per averla sempre fresca e pronta al consumo tutto l’anno.

 

Salvia: varietà e caratteristiche

La salvia è una pianta suffruticosa perenne, sempreverde e cespugliosa, caratterizzata da fusti legnosi e particolarmente ramificati alla base che tendono ad assumere un portamento prostrato ai lati. Allo stato selvatico la ritroviamo soprattutto nelle zone meridionali e insulari dell’Italia, dove cresce fino a 1.000 metri di quota su terreni sassosi, aridi e ben esposti al sole.

In natura esistono diversi tipi di salvia, ma la più facile da trovare nella macchia mediterranea è la salvia nemorosa, riconoscibile per i bei fiori labiati di colore viola e le cui foglie, pur non avendo la marcata aromaticità della più nota sorella (la salvia Officinalis), possono ugualmente essere utilizzate in cucina per insaporire le pietanze.

Un’altra varietà molto diffusa è la salvia Elegans (o salvia Ananas), che deve il nome alla bellezza dei suoi profumati fiori scarlatti e alle foglie particolarmente decorative per via della loro forma ovale e appuntita.

Oltre a queste, esistono anche salvie dai colori molto particolari che vengono coltivate principalmente come piante ornamentali in giardino o sul balcone, tra cui la salvia aurea, la salvia purpurea e la salvia aurea.

 

Coltivazione della salvia

Sia la salvia ornamentale sia le numerose varietà coltivate per il consumo negli orti familiari amano il sole e il caldo, sopportano bene la siccità e resistono anche alle gelate invernali, se non sono eccessivamente lunghe o accompagnate da persistente umidità del suolo e dell’aria.

Trattandosi di un’erbacea estremamente rustica è in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di terreno (pur preferendo quelli leggermente calcarei) e la sua moltiplicazione può avvenire sia per seme sia per propaggine, talea o divisione dei cespi. Tuttavia queste ultime due pratiche sono da preferire se non si ha molta dimestichezza con il giardinaggio perché più semplici e rapide rispetto alle altre.

Le talee di salvia, prelevate dai giovani germogli in marzo o a fine estate, vanno poste a radicare in vasetti o contenitori alveolari e trapiantate a dimora in maggio-giugno, avendo l’accortezza di lasciare tra un esemplare e l’altro circa 50 cm di spazio.

Oltre a una buona concimazione di fondo al momento del trapianto, la pianta di salvia non necessita di altri apporti nutrizionali durante le successive fasi di crescita, e anche le innaffiature possono essere ridotte, a meno che non si abbiano estati particolarmente calde e siccitose.

Inoltre, se si vuole coltivare la salvia in zone dal clima particolarmente rigido è consigliabile coprire la base dell’arbusto con paglia o corteccia tritata per proteggere le radici dal freddo. Tuttavia, gli esemplari che hanno subito qualche danno provocato dal gelo, in genere, si riprendono rapidamente con l’arrivo delle temperature più miti e con l’irrorazione di un buon concime organico per stimolare la nuova vegetazione.

 

Potatura salvia

Dal momento che stiamo parlando di un arbusto che tende a sviluppare molte ramificazioni legnose alla base, potare la salvia è un’operazione che si rende necessaria per contenerne lo sviluppo soprattutto quando la si coltiva in vaso.

La potatura va effettuata due volte l’anno: all’inizio della primavera si rimuovono le foglie e i rami secchi, mentre alla fine della fioritura estiva si pota in maniera più decisa, tagliando buona parte dei rami verdi, a circa 10-15 cm di distanza dal terreno.

Per agevolare la guarigione delle ferite è importante eseguire un taglio netto e preciso con delle cesoie ben affilate e disinfettate. Inoltre, un’antica credenza contadina consiglia di effettuare la potatura della salvia lignificata in fase di luna calante per favorire la cicatrizzazione dei tessuti vegetali, mentre in fase di luna crescente è consigliabile seminare e trapiantare la salvia.

 

Raccolta e conservazione

Sia la salvia in vaso sia le varietà selvatiche emanano un persistente e gradevole profumo anche solo sfiorandone il fogliame. Per il consumo immediato la raccolta di foglie e fiori si può effettuare in ogni periodo dell’anno, mentre se si vuole procedere all’essiccazione è preferibile farla in autunno, al termine della fioritura.

Se si desidera conservare la salvia secca è meglio utilizzare le foglie più vecchie prelevate alla base dell’arbusto, che sono più ricche di aroma e proprietà antiossidanti. Una volta raccolte, vanno lasciate ad asciugare in locali ventilati, asciutti e ombrosi per circa 20-25 giorni, trascorsi i quali andranno riposte in vasetti di vetro al riparo da luce e calore.

L’operazione può essere eseguita anche in essiccatoio, avendo cura che la temperatura non superi mai i 50°C. Quanto agli utilizzi in cucina, oltre a insaporire arrosti, involtini, ripieni e sughi, il gradevole aroma della salvia, leggermente piccante e amaro, basta a trasformare il burro fuso in un gustoso condimento per riso e pasta.

Avversità e malattie crittogamiche

Nei giardini e negli orti familiari difficilmente la salvia presenta seri problemi di carattere parassitario, fatta eccezione per qualche attacco di afidi verdi da contrastare con irrorazioni a base di decotto di equiseto.

Tra le malattie crittogamiche può dare qualche problema la ruggine, in presenza della quale è opportuno rimuovere tempestivamente le parti colpite ed effettuare trattamenti con sali rameici. Anche il mal bianco (oidio) può mettere a dura prova la sopravvivenza della pianta, soprattutto se coltivata in un’area caratterizzata da un clima afoso e scarsa circolazione dell’aria.

Per impedire che il fungo si diffonda rapidamente colonizzando in modo esteso la chioma basta effettuare delle irrorazioni di zolfo, evitando al contempo di bagnare il fogliame durante le innaffiature.

Inoltre, dal momento che i fiori di salvia attirano molte vespe, api e calabroni potrebbe rivelarsi utile disporre qualche trappola per vespe in giardino per ridurre il rischio di nidificazioni dove cresce la pianta.

 

 

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