Nel mondo animale esiste un vasto numero di insetti patogeni che colpiscono le piante. Scopriamo come proteggere il giardino dagli afidi.
4.000 specie e dieci famiglie diverse: questi sono i numeri generici con cui è possibile classificare gli afidi. Ma cosa sono? Quali problemi possono causare alle piante? E, soprattutto, come riuscire a prevenire o a curare un loro attacco? A queste e ad altre domande cercheremo di rispondere in questo articolo, così da offrirvi un metodo e dei rimedi naturali per evitare situazioni spiacevoli.
Afidi neri e altri tipi
Prima di procedere con qualsiasi strategia, è fondamentale conoscere in modo più approfondito il nemico del nostro giardino. Gli afidi sono detti anche pidocchi delle piante, e appartengono alla famiglia dei rincoti, spesso facilmente distinguibili a seconda del colore del loro corpo. Quest’ultima è generalmente lungo da un minimo di 1 mm a un massimo di 3 mm; ha una forma ovale e presenta zampe molto corte. Alcuni afidi delle piante sono anche dotati di ali, che permettono spostamenti molto lunghi (anche di decine di chilometri).
Le foglie, i germogli e i piccoli rami di ogni arbusto del vostro giardino possono essere perforati facilmente grazie all’apparato boccale di questi insetti, che si presenta pungente e succhiatore. Ciò che ne ricavano è certamente la linfa: ricca di zuccheri e nutrienti che permettono anche la riproduzione. Non a caso è possibile trovarli sulla maggior parte delle piante già coltivate, ma anche su quelle ornamentali come i bonsai. Si possono annidare in quelle parti che sono generalmente molto più tenere delle foglie, anche se non è complicato trovarli sulla zona inferiore di queste ultime.
In natura si possono trovare però diverse tipologie: tra le 4.000 specie differenti, soltanto 250 sono ritenute altamente dannose per le colture. Questo dato, però, non deve trarre in inganno, anzi, è sempre bene informarsi sulle distinzioni presenti in natura. Per esempio, questi parassiti delle piante si possono trovare sia stanziali e sia migratori. I primi hanno una predilezione per arbusti come il melo o fiori come le rose; le loro uova si schiudono in primavera, generando nuovi esemplari privi di ali che iniziano a nutrirsi di linfa immediatamente.
Considerate che, a seconda di alcuni fattori come il clima, la temperatura e la stagione, questo tipo di afidi riescono a riprodursi fino a sedici volte. Infatti, con l’arrivo dell’inverno, è possibile trovare insetti sessuati, le cui femmine riescono a produrre uova nettamente più resistenti al freddo. Invece, nel caso degli afidi migratori, come si può intuire dal nome stesso, sono dotati di ali già dalla nascita e sono soliti crescere su un tipo di pianta per poi spostarsi su nuovi ospiti. Con l’arrivo delle stagioni più fredde come l’autunno e l’inverno, tenderanno a tornare sui primi arbusti, per depositare le uova e far nascere nuovi esemplari.
Volendo approfondire le specie più comuni, ecco che si trova: afidi bianchi, ma anche quelli verdi del pesco e del tabacco. Parassiti dell’arancio e del sedano, oltre a quelli dei piselli e delle rose; senza dimenticare gli insetti che attaccano le conifere.
Quali danni causano?
In genere, anche gli afidi delle rose si nutrono della linfa delle piante, ottenendola attraverso una puntura con il rostro. Infatti, le nervature delle foglie e presenti anche vicino ai bottoni floreali, sono ricchi di questa sostanza. L’asportazione della linfa comporta però una deformazione della struttura del fiore o dell’arbusto, rendendo decisamente più debole la pianta. Uno dei sintomi più comuni è proprio notare che la vostra rosa o le foglie del vostro albero tendono quasi ad appassire.
A questo si aggiunge anche il rischio della trasmissione di virus, e non solo questo: il prodotto secreto è la melata, una sostanza zuccherina che viene depositata sul manto fogliare e sui rami. Questa causa altrettanti problemi, perché favorisce lo sviluppo e la crescita della fumaggine, che, per chi non lo sapesse, è un fungo di colore scuro che ostacola la fotosintesi, provocando il deperimento. Insomma, i danni non sono assolutamente da sottovalutare, a maggior ragione se si ha una vasta coltura esposta a questi rischi.
Altrettanto importante è da considerare il rapporto simbiotico con le formiche: queste allevano e curano i piccoli afidi, proteggendo le uova durante tutto il periodo invernale. Lo scopo principale è nutrirle per permettere la produzione della melata, di cui sono chiaramente molto ghiotte. Ecco un altro dei sintomi che deve far accendere il campanello d’allarme: se attorno alla vostra pianta si trovano molte formiche, allora è quasi certa che è in atto un’infestazione: sta a voi cercare di arginare i danni causati da questi pidocchi delle rose.
Metodi per eliminarli
Ci possono essere diverse soluzioni per combattere gli afidi: se l’infestazione è di lieve entità, si può provare anche a eliminarli manualmente o con un forte getto d’acqua. In commercio, poi, si trovano anche infusi a base di tabacco e aglio macerato in ortica, che risultano dannosi per questi insetti, ma anche per tutti quelli utili come le api. Non è perciò la soluzione migliore da adottare, come invece potrebbe rivelarsi un prodotto a base di piretrine, da usare sempre con cautela.
Questi ultimi sono un insetticida per afidi, pensato per casi molto particolari: come un’infestazione di colture piuttosto ampie. Il vero problema che si riscontra è, come anticipato, il rischio di uccidere anche altri esemplari che invece risultano molto importanti.
Per questa ragione, se amate i rimedi più naturali possibili, potrebbe rivelarsi utile usare anche l’aceto.
In genere, i più esperti suggeriscono di realizzare in casa una soluzione composta da ortica macerata, che si rivela un valido aiutante da spruzzare direttamente sulle foglie. Riuscire a eliminare gli afidi il più presto possibile è importantissimo, perciò, nonostante la fretta, facciamo attenzione anche a non usare soluzioni pericolose.
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