Filosofia e realizzazione di un giardino zen

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

La cultura orientale ha un fascino innegabile, specialmente quella giapponese che ha sempre mostrato un lato estetico davvero piacevole e rilassante, anche nel giardinaggio.

 

Negli anni ‘80 il Giappone era una vera e propria potenza economica: questo paese, che prima della fine della Seconda guerra mondiale in pochi avevano visitato, in quel periodo cominciò a dettare mode e ad avere un grosso impatto sulla cultura popolare occidentale. Dal settore automotive, ai videogiochi fino ad arrivare agli amati manga e anime, il Giappone ha vissuto un periodo di grande splendore e inventiva che ancora continua, seppur ormai il boom economico del paese sia ormai terminato da anni. 

Curiosamente però, quello che noi definiamo ‘giardino zen’ non è proprio un’invenzione giapponese, bensì un termine per indicare i giardini orientali in generale, caratterizzati da determinati elementi e da una certa armonia generale. In Giappone si utilizzano diversi termini per indicarlo e quello più comune è Karesansui. Non bisogna però pensare che nel paese del Sol Levante ogni abitante avesse un giardino a disposizione, infatti sin dal periodo feudale e dello shogunato, solo la casta nobile (i Samurai), quella religiosa e alcuni fortunati commercianti abitavano in delle case con uno spazio aperto. 

I giardini giapponesi e i Bonsai sono molto apprezzati dagli amanti del giardinaggio, in quanto la loro cura ha un effetto terapeutico e rilassante. Facile associare il giardino zen al classico suono di flauto, se volete abbinarne uno al vostro nuovo spazio verde orientale, potreste scoprire il prezzo di un flauto traverso in modo da trovare quello più adatto. 

Come fare un giardino zen 

Prima di illustrare quali sono gli elementi principali del giardino zen è importante conoscere le diverse caratteristiche. Queste sono principalmente quattro: il nantei, la shoin, la hojo e il kokoro. Il nantei viene usato per indicare una parte diversa del giardino rispetto al resto che in generale viene creata in modo particolare a seconda del luogo dove si trova. La Shoin è una sala tipica giapponese dedicata alla scrittura e alla meditazione. La Hojo è la stanza dell’abate, essendo il giardino zen tipicamente associato ai monasteri. Il Kokoro (cuore) è il centro del giardino. 

L’importante è non progettare il vostro giardino zen con l’idea di un luogo puramente dedicato a migliorare l’estetica del vostro spazio verde, quanto più ad un oasi di pace nella quale poter ritrovare voi stessi e magari rilassarvi in totale contemplazione della natura. 

La progettazione dei giardini zen non è proprio la cosa più semplice al mondo, d’altronde è difficile riuscire a ricrearli perfettamente, in quanto sono frutto di una tradizione che si tramanda da generazione in generazione, con metodi spesso rimasti segreti. Ad ogni modo è possibile cercare di creare una replica che si avvicina al concetto originale, cercando l’equilibrio dei vari elementi. 

Il progetto del giardino è molto importante, infatti conviene avere ben chiara l’idea di come sistemare i vari elementi. È bene prima eseguire un disegno del giardino zen che si desidera allestire, magari facendo anche una lista dei materiali da acquistare e soprattutto delineare correttamente i sentieri. Non è consigliabile avventurarsi nella progettazione di questa tipologia di giardino a occhi chiusi, quindi tenete a mente che ci vuole un bel po’ di organizzazione per ottenere un risultato soddisfacente. 

L’elemento principale del giardino zen sono le rocce. Dovrete procurarvi molte rocce, poco lavorate e asimmetriche, in numero dispari. Può sembrare strano, ma in realtà queste due caratteristiche rendono il paesaggio molto più naturale. Usando le rocce dovrete creare un sentiero d’uscita, non visibile che possibilmente conduce ad una radura o in un altra zona verde che può essere interna o esterna al vostro giardino (a seconda delle dimensioni). 

Per quanto riguarda le piante è bene optare per dei fiori e piante femminili molto alte che conferiranno al giardino quel tocco di fragilità e sensibilità in più. Curiosamente (e in linea con la cultura giapponese), le piante basse si sistemano all’entrata del giardino, per far inchinare il visitatore in segno di rispetto verso l’ospite. 

Infine avrete bisogno di molta sabbia, altro elemento fondamentale per la riuscita di un buon giardino zen. Se avete la possibilità potrete anche creare una bella fontana con un piccolo laghetto artificiale, in modo da completare il vostro giardino zen. 

 

Il Mini Giardino Zen

Come potete immaginare, allestire un giardino zen è davvero molto costoso, inoltre richiede molto tempo e dedizione. Se non avete lo spazio necessario, o magari la disponibilità economica potete creare un giardino zen da tavolo da esporre e da curare di tanto in tanto. Avere un piccolo giardino zen in casa può risultare molto piacevole, così come provare ad allestirne uno vero e proprio nel vostro prato. 

Questa tipologia può essere acquistato in un formato già pronto che presenta le tipiche pietre zen, la sabbia bianca e una statuetta del Buddha. Con un piccolo rastrello potrete muovere la sabbia, cosa che può darvi una sensazione di relax, specialmente se questo viene fatto nel totale silenzio. 

Chiaramente, comprare un giardino zen già pronto non vi darà la stessa soddisfazione che crearne uno. In Giappone la creazione di un piccolo giardino zen fai da te è considerata una forma d’arte, decisamente più ‘accessibile’ rispetto alla creazione di un giardino vero e proprio. Questa pratica viene chiamata Bonseki e prevede l’utilizzo di pochi elementi come rocce e sabbia da porre su un vassoio di lacca nero. 

Il Bonseki tende a riprodurre piccoli ambienti in miniatura, solitamente montani o marittimi, ricorrenti anche nelle famose opere dei maestri dell’arte ukiyo-e. Se vi munite di un po’ di sabbia bianca e qualche pietra, con un po’ di inventiva potrete creare il vostro piccolo Bonseki in poco tempo. Un bel Bonseki si abbina molto bene con un Bonsai, quindi anche se non avete un giardino a disposizione potrete sempre allestire il vostro piccolo angolo zen dove prendervi cura di voi stessi. 

 

La filosofia zen 

È fondamentale che il giardino giapponese trasmetta un senso di tranquillità, quindi non dev’essere mai troppo ‘pieno’ di cose. L’armonia tra gli elementi è fondamentale, in quanto deve favorire la meditazione senza distrarre con il superfluo. Il giardino zen inoltre ha bisogno di assoluto silenzio, per permettervi di rilassarvi e meditare. Non si tratta quindi di un luogo dove organizzare dei barbecue con gli amici, quanto più un oasi di pace dove raccogliersi in solitudine o in compagnia, magari parlando a bassa voce. 

La filosofia di quello zen è piuttosto diversa da quella dei giardini occidentali. Questi sono caratterizzati da moltissimi elementi decorativi come statue e fontane che nelle grandi regge venivano realizzati sotto ordine del reggente per abbellire l’ambiente. Lo stesso giardino per noi occidentali è sia un posto dove rilassarsi, sia uno dove divertirsi, d’altronde il poter organizzare feste all’aperto e una bella piscina sono un ‘sogno’ molto comune. 

Il giardino zen invece è strettamente legato alla ricerca della pace del corpo e dello spirito, ottenibile solo con la giusta armonia tra i vari elementi. Le decorazioni minimali e la totale assenza degli elementi sfarzosi, si associa ad un sentimento di umiltà e di ‘vuoto’ che porta l’ospite alla meditazione e al ritrovamento di se stesso. Non a caso i monaci giapponesi, come i Samurai, erano in costante ricerca dell’equilibrio e della perfezione mentale e fisica. 

Al giorno d’oggi è un ottimo luogo dove leggere un bel libro o magari chiudere gli occhi e ascoltare il suono della natura, immersi nel profumo dei fiori. Il giardino giapponese è legato alla cultura del luogo, specialmente se pensiamo al Giappone feudale, prima della sua apertura all’occidente. 

I giapponesi sono un popolo che da secoli è molto vicino alla natura, la contemplazione dell’ambiente viene ancora considerata molto importante, sebbene le nuove generazioni stiano perdendo questa abitudine. La meditazione e l’interiorità delle generazioni precedenti stanno lentamente cedendo il passo a un rinnovato desiderio di cambiamento. D’altronde se da una parte il Giappone vanta una grande modernità mista alla spiritualità, dall’altra il paese risulta ancora molto indietro, specialmente nel campo dei rapporti sociali e dell’uguaglianza tra i sessi. 

Se dovessimo chiederci cos’è lo zen, probabilmente la risposta più immediata sarebbe quella relativa ad una ricerca interiore. La stessa parola zen ha un significato multiplo che si può trovare in tre azioni principali: azione, riflettere e meditare. La scoperta della propria spiritualità avviene in modo graduale, con un pieno contatto con la natura e ovviamente il rispetto. Chiaramente la filosofia zen è strettamente legata agli insegnamenti del Buddha che portano alla leggerezza dello spirito e alla riscoperta della felicità attraverso le piccole cose della vita. La vita nel presente senza le preoccupazioni per il futuro e i ricordi del passato può portare alla liberazione dell’individuo.  

Oltre al buddismo va considerato anche lo Shintoismo, tipica religione nativa del Giappone. Lo shintoismo (o scintoismo) è una religione animista che si basa sui Kami, ovvero delle divinità o presenze che permeano qualsiasi cosa, dagli esseri viventi agli oggetti inanimati. 

 

Lo zen dai Samurai ai giorni nostri

La ricerca dello zen da parte della casta guerriera veniva fatta per uno scopo ben diverso. La pace interiore veniva spesso cercata per acquisire la perfezione tecnica nell’esecuzione dei colpi di spada. Prima della fine dell’epoca Sengoku che segnò il Giappone con una guerra civile tra i Daimyo (signori feudali) per il controllo del Giappone, i Samurai si preparavano continuamente alla morte. Questa preparazione avveniva tramite la meditazione che spesso avveniva in un giardino zen, situato nella stessa dimora dei guerrieri. 

Miyamoto Musashi, uno dei guerrieri più famosi del Giappone, nel suo Libro dei Cinque Anelli illustra il concetto di ‘vuoto’ per trovare l’armonia e affrontare i duelli. Musashi ne vinse più di 60, prima di dedicarsi ad una vita pacifica di pittura e scrittura. La filosofia orientale qui si oppone a quella occidentale, dove la sensazione di ‘vuoto’ viene associata ad una vita priva di entusiasmo. 

Con l’ascesa al potere di Tokugawa, i Samurai diventarono dei funzionari e si indebolirono al punto che quando cadde lo shogunato e tornò al potere l’Imperatore Meiji, questa casta fu praticamente sottomessa al punto che ci fu una rivolta dei Samurai, conosciuta come la Ribellione di Satsuma (trasformata in una pellicola in modo un po’ approssimativo, ma efficace dal nome L’Ultimo Samurai). Si tratta di un momento storico abbastanza ‘recente’, in quanto avvenne nel 1877. 

La filosofia dei Samurai e lo zen però è sopravvissuto, accompagnando il popolo nipponico negli anni e permeando gran parte della loro cultura popolare. Basta pensare che il suddetto Libro dei Cinque Anelli di Miyamoto Musashi è stato adottato come modello da seguire nel mondo degli affari. I media giapponesi che hanno successo in occidente sono permeati dallo zen, basta pensare ai ritmi rilassati e alle ambientazioni dei film di Akira Kurosawa o alle tematiche dei vari anime e manga basati sui Samurai. 

Difficile non essere attratti dalla filosofia zen giapponese che esorta alla tranquillità. D’altronde il mondo moderno negli ultimi due secoli ha messo l’essere umano in una posizione scomoda, riempiendolo di ansie dovute all’accumulo di cose e denaro, allo spesso terribile binomio tra successo-fallimento\ricchezza-povertà. 

L’uomo occidentale effettivamente tende a riempirsi di tutto il possibile, senza essere mai sazio, uno stile di vita che ha inevitabilmente influenzato i paesi orientali, specialmente il Giappone che da anni subisce un grande fascino per le mode oltreoceano. Le due culture si sono influenzate a vicenda, senza però riuscire a trovare una ‘via di mezzo’. Se molti occidentali provano la strada della meditazione e dello zen per cercare di staccarsi dalle costrizioni della società moderna, in oriente si tende a seguire un modello improntato sul capitalismo e la produzione in massa. Resta da vedere se l’unione tra queste due culture potrà creare l’ambita armonia, forse proprio quella che lo zen vuole insegnare. 

 

 

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