Come e quando fare l’innesto della vite

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Una tecnica ampiamente adoperata in agronomia, che non serve solo a moltiplicare gli esemplari, ma che talvolta si rivela necessaria per salvaguardare le piante dalle epidemie.

 

Il verbo innestare ha un significato molto importante per chi lavora nell’ambito agrario, poiché vuol dire esattamente prendere un individuo vegetale e unirlo a un altro, magari di una varietà differente, per fortificarlo o moltiplicarlo. Si tratta di una tecnica che viene spesso adoperata per far sviluppare un albero che impiega molti anni per crescere a partire dal seme, rendendo dunque impossibile la coltivazione per il mercato ortofrutticolo. Inoltre, in alcuni casi si è resa molto utile per proteggere le piante dalla diffusione delle epidemie, prelevando parti di soggetti sani ed eliminando quelli infetti.

In questo articolo vi spiegheremo come fare l’innesto della vite: uno degli arbusti più antichi d’Europa, in grado di produrre l’uva, con cui si realizza la bevanda probabilmente più apprezzata al mondo, il vino. Tale pratica si può svolgere con molti metodi diversi che prevedono l’utilizzo di marze, ovvero piccoli rami contenenti alcune gemme, oppure soltanto queste ultime e inserendole direttamente in uno spacco realizzato sul tronco, chiamato portainnesto.

Strumenti necessari

Per poter innestare la vite saranno necessari alcuni accessori da giardinaggio: è fondamentale che questi siano sterilizzati e puliti dopo ogni taglio, affinché la ferita inferta alla pianta possa rimarginarsi in fretta ed evitando che quest’ultima possa ammalarsi. Tra gli strumenti più importanti non può mancare un paio di cesoie specifiche per piante, che serviranno a recidere in diagonale le marze e le gemme da inserire nel portainnesto. Per tagliare e creare la base dell’innesto avrete bisogno di un seghetto se si tratta di un tronco grande, o di un coltello da giardinaggio se invece la pianta è più piccola.

Affinché la fessura in cui dovrete inserire le marze sia fatta in modo adeguato, gli attrezzi più adatti allo scopo sono il fenditoio e mazzuolo, tuttavia, la forma di tali accessori può cambiare in base al tipo di tecnica scelta.

Infine, per poter legare insieme le parti e sperare che si uniscano in modo equilibrato, è necessario effettuare delle legature utilizzando della semplice rafia, una corda realizzata con un materiale simile alla paglia, oppure del nastro adesivo gommato. Per evitare che la pianta, soprattutto nel periodo invernale, possa risentire eccessivamente della ferita creata, molti esperti consigliano di ricoprire le parti tagliate con del mastice specifico o della semplice calce, in modo tale da proteggerle dai parassiti e dalle malattie.

Come innestare la vite con le marze

La maggior parte degli agricoltori, per moltiplicare più velocemente gli arbusti, sceglie di adoperare le marze: si tratta di piccoli rami contenenti tre o quattro gemme, che dovrete inserire all’interno di una spaccatura realizzata nel tronco con un fenditoio.

Per la pianta di vite si possono eseguire varie tipologie di tecniche: l’innesto a omega, a spacco semplice o totale, per approssimazione oppure a doppio spacco inglese, e ognuno di questi si differenzia in base al tipo di taglio da praticare. Il primo, per esempio, è il metodo più efficace per evitare che la pianta possa secernere troppa linfa, perdere di vitalità o rischiare di essere attaccata da parassiti, e richiede l’utilizzo di un particolare strumento in grado di effettuare un foro a occhiello nel porta innesto.

In quello a doppio spacco inglese vengono praticati due fessure laterali, inserite le marze in entrambe le parti e infine legate insieme tramite nastro adesivo specifico per piante.
Lo spacco semplice prevede invece un piccolo taglio solo da un lato, quello completo richiede la realizzazione di una fessura profonda circa 3 – 4 cm lungo tutto il diametro del tronco adoperando il fenditoio.

Infine, l’innesto per approssimazione viene realizzato quando si ha la necessità di unire due rami della stessa pianta o di due vicine, cambiandone la forma e la struttura. Si esegue tagliando due sezioni uguali di entrambi i tronchi, si posizionano in modo tale da farle combaciare una sull’altra e infine si effettua la legatura.

Come fare l’innesto a gemma sulla vite

A differenza del metodo precedente, che prevede l’utilizzo di marze, dunque rami di circa 10 o 15 cm, in questo caso è necessario adoperare soltanto una gemma. Questo tipo di tecnica viene chiamato anche a occhio o a scudetto, a causa della forma che il nesto assume con il taglio.

In questo modo però, il risultato ottenuto non sarà proficuo quanto l’altro, poiché per l’appunto, un solo fiore farà moltiplicare la pianta più lentamente. Tale tecnica viene presa in considerazione infatti soprattutto per le piante ornamentali, che non necessitano di uno sviluppo così immediato rispetto a un arbusto specifico per la raccolta dell’uva.

Esistono diverse procedure che richiedono l’utilizzo di gemme dormienti, ovvero prelevate dopo la fine dell’estate: per esempio l’innesto alla maiorchina, che si esegue con uno scudetto reciso a inizio luglio, ed effettuando un taglio sulla parte laterale del portainnesto.

Un’altra tecnica prevede la raccolta di gemme vegetanti lasciate a riposo in frigorifero in un sacchetto contenente sabbia bagnata: si tratta dell’innesto a zufolo, che richiede l’uso di un accessorio molto particolare in grado di rimuovere una sezione circolare della corteccia.

Non è affatto consigliabile effettuare il taglio con un semplice coltellino, ma è preferibile uno a doppia lama, in modo tale che la pianta non venga strappata o lesionata. L’innesto a T invece si può praticare eseguendo una spaccatura a forma di tale lettera, incastrando al suo interno la gemma e legando con la rafia.

Quando effettuare l’innesto?

Come abbiamo accennato, si tratta di un processo che è possibile fare in diversi momenti dell’anno, tuttavia, ciò dipende principalmente dalla tecnica che si sceglie di utilizzare. Per effettuare l’innesto della vite a occhio, il periodo migliore è senza dubbio la primavera, in cui entrambe le piante, nesto e portainnesto, sono in uno stato vegetativo attivo.

Lo stesso vale per il sistema a zufolo e generalmente tutti quelli che prevedono l’inserimento della gemma, prelevata e conservata nella sabbia umida anche molti mesi prima. Per quanto riguarda l’innesto a V e quello a omega, il momento migliore è invece l’inverno, verso Ottobre o Novembre, quando le marze hanno completato il loro ciclo e iniziano il riposo.

 

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