Fanno bene i fondi di caffè come concime per le piante grasse?

Ultimo aggiornamento: 25.04.24

 

Ogni volta che preparate il caffè, è necessario buttare via i fondi e lavare la macchinetta, ma se questi potessero essere riutilizzati per ridurre gli sprechi? Scoprite come nel nostro articolo.

 

Potrebbe sembrare strano ma è tutto vero, il caffè, o meglio i fondi di caffè, sono un ottimo fertilizzante da aggiungere al terriccio delle vostre piante, per permetterne una crescita rigogliosa. Il motivo è presto spiegato, in questi possiamo trovare numerosi elementi indispensabili per il benessere delle piante come il calcio, il potassio, l’azoto e il magnesio. La prossima volta che preparate il caffè per la vostra colazione, quindi, non buttate via i fondi ma metteteli da parte, le vostre piantine ringrazieranno.

 

Come usare i fondi di caffè

Vediamo insieme tutto ciò che c’è da sapere su come utilizzare questo fertilizzante per concimare il terreno. Innanzitutto rimuovete i fondi dalla macchinetta del caffè e asciugateli con della carta da cucina, rimuovendo tutta l’eventuale acqua che possono aver accumulato. A questo punto, se non li aggiungete direttamente alle piante e li volete conservare per usarli in un secondo momento, dovrete spostarli in un recipiente in plastica o in vetro con una chiusura ermetica, per impedire la formazione di eventuali muffe.

Chi ha piante in vaso sul balcone, può versare i fondi direttamente sul terreno, e questo assorbirà autonomamente tutti gli elementi necessari, se invece volete utilizzare il concime in giardino, è consigliato mescolare i fondi con un po’ di terreno e poi aggiungerlo sotto le piante che hanno bisogno di nutrimenti. Ricordate però che se utilizzate fertilizzanti o concimi a base di azoto, aggiungere anche i fondi di caffè potrebbe danneggiare le piante piuttosto che aiutarle, quindi valutate attentamente l’eventuale uso dei fondi.

Fondi di caffè per quali piante?

Non tutte le piante possono trarre vantaggio dall’uso dei fondi di caffè come concime, infatti questo tende ad abbassare il pH del terreno portandolo a un livello leggermente più acido, quindi tutte le piante acidofile, che amano quindi un pH compreso tra 4 e 6,5, possono trarre vantaggio dall’uso dei fondi di caffè. Tra queste troviamo per esempio le azalee, le camelie, le magnolie, le ortensie, l’abete, i gigli, le calle e l’acero.

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

Fondi di caffè per piante grasse

Le piante succulente, chiamate spesso piante grasse sono molto apprezzate, anche da chi non ha il pollice verde poiché richiedono una minima manutenzione e si rivelano molto belle ed esotiche. Tra i tipi di piante grasse più popolari troviamo l’agave, i cactus e l’aloe ma le tipologie sono talmente tante e differenti che è possibile creare delle composizioni sempre differenti.

La pianta grassa, per sua stessa natura, abituata a vivere in situazioni estreme, necessita generalmente di pochissima acqua ma attenzione, poiché non è una pianta immortale ma anch’esse necessitano di qualche piccolo accorgimento. Innanzitutto è importante evitare di posizionarle in luoghi molto freddi, devono quindi essere sì esposte al sole ma protette da eventuali gelate.

Per queste piante, vale lo stesso discorso delle altre che abbiamo citato? È possibile quindi creare un terriccio con fondi di caffè da usare come concime per piante grasse? La risposta è dipende. Non tutte sono uguali e non tutte amano il terreno con pH acido, tuttavia l’uso dei fondi di caffè non è in grado di acidificarlo in maniera elevata, quindi dato che il livello di azoto rilasciato non è particolarmente alto, potrete generalmente usarli con moderazione per nutrire le vostre piante grasse. Ricordate sempre, però, che se utilizzate i fondi di caffè, non dovrete aggiungere altre fonti di azoto.

Composizioni piante grasse

Le piante grasse da interno e quelle da esterno possono essere differenti, quindi creare una composizione armonica deve tener conto non solo dell’estetica globale ma anche della tipologia di terreno condiviso da più tipologie di piante grasse. Quelle che si trovano meglio in appartamento sono il cactus zebra, con le sue foglie succulente dalle striature bianche, l’aloe vera, il cactus di Natale, con i suoi fiori violacei, la crassula “tempio di Buddha”, chiamata così perché ricorda uno stupa buddhista e l’euphorbia mili, che si sviluppa in altezza ma ha anche fiori colorati che abbelliscono la composizione.

Se alla pianta grassa da interno preferite quella da esterno poiché avete un ampio balcone o un giardino, le soluzioni sono moltiplicate, dall’agave americana all’aloe, passando per l’astrophytum, l’echeveria, la pasakana, la “barba di Giove” e tante altre.

 

Come innaffiare le piante grasse

Chiunque vi dica di annaffiare le piante ogni mercoledì, o qualsiasi altro giorno della settimana, non ha la minima idea di quello di cui sta parlando. L’unico modo per capire se una pianta in vaso ha bisogno o meno d’acqua è tramite l’osservazione diretta. Normalmente, per qualsiasi tipologia di pianta, è necessario aggiungere acqua ogni volta che il terreno non è più umido, tuttavia nel caso delle piante grasse l’acqua va aggiunta quando il terreno è praticamente secco, poiché troppa umidità potrebbe compromettere la corretta crescita. Per verificare basta usare un dito e scavare leggermente sotto la superficie per verificare che il terreno sia completamente asciutto. A questo punto potrete versare un quantitativo d’acqua sufficiente a bagnare il terreno, avendo cura di non esagerare evitando la formazione di un pantano in vaso.

Le quantità e la frequenza cambiano in base al periodo dell’anno, in inverno per esempio dovrete innaffiarle di meno mentre in estate, soprattutto con il caldo torrido, potrebbe essere necessario aggiungere acqua più spesso poiché il terreno tenderà a seccarsi più velocemente.

Le piante grasse desiderano un terreno drenante, quindi ricordate di controllare sempre che non vi sia un deposito d’acqua, che dovrebbe essere sempre svuotato per evitare che la pianta continui ad assorbirlo.

I fondi di caffè, come abbiamo potuto vedere, sono molto utili e permettono di gestire al meglio una gran quantità di piante, riducendo al minimo gli sprechi ed evitando l’uso di fertilizzanti potenzialmente inquinanti.

 

 

DEJA UN COMENTARIO

2 COMENTARIOS

roberto

August 2, 2022 at 10:58 am

ci sta un errore: per aumentare l’acidità occorre ridurre il PH

Respuesta
ProjectManager

August 12, 2022 at 8:28 am

Salve Roberto,
innanzitutto ti ringraziamo per la precisazione, che contribuisce a migliorare la qualità dei nostri contenuti. Sì, in effetti hai ragione: minore è il pH più acido è il terreno, quindi provvederemo a correggere quanto prima l’errore.

Saluti
Team GF

Respuesta