Qual è il periodo migliore per la potatura delle ortensie

Ultimo aggiornamento: 25.04.24

 

Se avete delle piante di ortensie in giardino o sul balcone e volete che producano splendide fioriture ogni anno, in questo post vi spieghiamo come e quando potarle per stimolare l’emissione di nuovi getti e far spazio ai rami che porteranno fiori durante la primavera.

 

La potatura delle ortensie è un’operazione colturale necessaria per mantenere le piante in salute e ottenere una fioritura più costante anno dopo anno. Si tratta di una procedura abbastanza semplice ma anche particolarmente delicata perché tende a variare a seconda della varietà coltivata e degli obiettivi che vogliono raggiungere.

Quando si potano le ortensie non bisogna, infatti, pensare che basta tagliare qualche ramo qua e là per assicurarsi una florida crescita e delle abbondanti infiorescenze, ma occorre recidere con delicatezza solo le parti dell’arbusto che non sono necessarie al suo sviluppo o che potrebbero comprometterne l’accrescimento.

Tenendo conto anche della variabilità climatica e morfologica della regione in cui queste ornamentali vengono coltivate, per potare le ortensie in modo corretto è importante considerare sia la varietà sia il periodo della fioritura. Da qui l’idea di creare questa mini guida con tutte le indicazioni utili per chi vuole coltivare questi splendidi fiori nel giardino o sul balcone e averli sempre rigogliosi.

 

Potatura ortensie: perché è importante

L’ortensia (Hydrangea L.) è una pianta floreale, appartenente alla famiglia delle Hydrangeaceae, molto diffusa nei giardini italiani non solo per le splendide fioriture che è in grado di regalare nel periodo primaverile e in piena estate, ma anche per la particolare facilità di coltivazione.

Si tratta, infatti, di una specie arbustiva che può essere coltivata con successo anche in vaso, adattandosi facilmente a diversi tipi di terreno e condizioni climatiche, a patto però di fornire all’esemplare una buona quantità d’acqua, soprattutto durante i periodi più siccitosi dell’anno.

Tra le operazioni colturali richieste, oltre alle generose annaffiature da effettuare dopo l’impianto e, successivamente, in caso di clima molto secco, ci sono anche le potature periodiche da eseguire in specifici periodi dell’anno per far sì che la pianta si sviluppi correttamente e produca generose fioriture.

A prescindere dalla varietà coltivata, per capire quando e come potare le ortensie occorre innanzitutto avere ben chiari in mente gli obiettivi della potatura, che sono sostanzialmente quattro: contenere la crescita delle piante (soprattutto se messe a dimora in vasi da esterno), condizionare la forma e lo sviluppo delle infiorescenze, correggere i difetti della struttura vegetale e rendere l’esemplare più resistente all’attacco di parassiti e malattie fungine.

Tuttavia, per eseguire le operazioni di potatura in maniera corretta, preservando le parti “giovani” e fiorifere della pianta a discapito di quelle secche o danneggiate, è necessario conoscere bene il tipo di ortensia su cui si vuole intervenire, visto che anche il più piccolo errore potrebbe compromettere sia il corretto sviluppo della specie coltivata sia la qualità e la bellezza dei suoi fiori.

Esistono infatti circa ottanta varietà di ortensia (arbustive o rampicanti), ognuna con caratteristiche vegetative e produttive diverse: alcune (in particolare le varietà Hydrangea paniculata e Hydrangea arborescens) fioriscono sui nuovi rami emessi al termine del riposo vegetativo, mentre altre (Aspera Villosa, Hydrangea quercifolia, Macrophylla e le specie rampicanti) producono fiori sul ramo dell’anno precedente. Precisiamo, inoltre, che tutte le ortensie fioriscono dalle gemme apicali, ossia dai germogli che si sviluppano in cima al legno più giovane.

 

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Quando potare le ortensie

Prima di spiegarvi come si potano le ortensie, occorre partire dal presupposto che ogni varietà richiede interventi e cure specifiche, ma in linea di massima è sempre consigliabile eseguire la potatura quando l’esemplare è in riposo vegetativo, quindi in autunno subito dopo la fioritura.

L’unica eccezione riguarda gli esemplari che producono i fiori sui rami dell’anno in corso, che andranno potati subito dopo la fine del periodo invernale (tra febbraio e marzo) in modo da distinguere le nuove branche laterali in grado di portare un’abbondante fioritura da quelle incapaci di fiorire, che andranno prontamente asportate perché sottraggono nutrimento alla pianta.

Una volta stabilito quando potare l’ortensia, un’altra regola da rispettare è quella di tagliare solo i rami che hanno già regalato i loro fiori, senza intaccare quelli che fioriranno la primavera successiva. Precisiamo, inoltre, che gli interventi di potatura devono riguardare solo le piante adulte o quelle che hanno superato i tre anni di vita, prima dei quali sarà sufficiente eliminare i rami secchi ed eventuali parti di ortensia con fiori appassiti.

 

Come potare le ortensie

Per capire come potare l’ortensia è importante precisare che a produrre i fiori sono solo i rami giovani, quindi con la potatura autunnale si dovranno tagliare solo quelli che hanno già fiorito, in modo da lasciare spazio per lo sviluppo delle nuove branche laterali. Anche se potrebbe sembrare un’operazione complessa, in realtà è sufficiente tagliare i rami vecchi a circa 25-30 centimetri dal suolo, lasciando però almeno due gemme basali da cui nasceranno altrettanti rami che regaleranno la fioritura nella primavera successiva.

Se, invece, la vostra ortensia non fa fiori o appare troppo debole, probabilmente necessita di essere rinvigorita. In questi casi si può procedere con una potatura radicale a fine inverno-inizio primavera, in modo che i rami fioriferi abbiano il tempo necessario per svilupparsi.

Dopo aver rimosso i fiori appassiti e le parti rovinate, secche o malate, si procede tagliando i rami primari (ossia quelli più grandi che si diramano direttamente dal tronco), accorciandoli di circa un terzo della loro lunghezza. Se si vuole ottenere una fioritura più abbondante, ma con fiori di piccole dimensioni, è meglio non intervenire con potature eccessive ma lasciare l’arbusto il più possibile della sua altezza naturale.

Al contrario, per evitare uno sviluppo troppo vigoroso o disordinato dell’intera struttura vegetale, che crescendo e allargandosi potrebbe invadere lo spazio verde circostante, si dovrà intervenire in maniera più drastica, tagliando tutto l’arbusto a circa cinquanta centimetri da terra.

In questi casi si otterrà un cespuglio più basso e ordinato, che in primavera produrrà fiori di dimensioni considerevoli e dai colori più vividi. Infine, per le ortensie rampicanti è preferibile non ricorrere alla potatura vera e propria, ma effettuare solo un’accurata pulizia delle parti secche e dei succhioni in modo da contenere l’espansione eccessiva della pianta, senza comprometterne la successiva fioritura.

 

 

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